PRESENTAZIONE
L’amico e collega Giorgio Borin, mi ha chiesto di fare una presentazione a questo suo lavoro perché mi considera un maestro.
Un maestro però, quando insegna, pensa soprattutto ai frutti che produrrà il suo impegno, frutti che si identificheranno, in particolare, nell’operato dei suoi “allievi”.
Questo “Vademecum”, grazie alla chiarezza dell’esposizione e delle considerazioni riportate, è indubbiamente una testimonianza concreta della necessità continua di approfondire e rivalutare le proprie conoscenze.
Giorgio Borin ha appreso i concetti neuromuscolari in ambito odontoiatrico-odontotecnico, associati alle riabilitazioni ortodontiche e protesiche, dopo la mia permanenza a Seattle, dove insieme ad altri professionisti mi ero recato per portare in Italia e divulgare il pensiero e la metodica Kinesiografica di Bernard Jankelson, sviluppatesi poi nelle varie associazioni A.I.K.E.C.N.M., S.I.K.O.N. e I.A.P.N.O.R..
Con tale filosofia di pensiero e metodo Giorgio si è subito sentito in sintonia e lo ha spinto verso la sua caparbia ricerca del “rapporto causa-effetto”, anche nei rapporti occluso-posturali.
Questa sua ricerca, supportata anche da approfondimenti kinesiologici, osteopatici e posturologici, si è sviluppata anche con intuizioni, elaborazioni e metodiche prettamente originali che considero molto valide.
Sono queste le ragioni per cui ho colto con piacere l’invito di scrivere questa breve presentazione, nella speranza che in futuro ci siano altri “allievi” pronti a raccogliere il testimone e a continuare il nostro cammino.
Il maestro che cammina all’ombra del tempio, tra i discepoli,
non dà la sua scienza,
ma il suo amore e la fede.
E se egli è saggio, non vi invita ad entrare nella casa della scienza
ma vi conduce alla soglia della vostra mente.
KAHLIL GIBRAM
Di seguite, alcuni estratti dal libro
VADEMECUM OSTEOPATICO-ODONTOIATRICO e ORTO-PROTESICO
Sinossi
Sempre di più, giustamente, si parla e riflette sulle implicazioni strutturali e posturali che influiscono sulle riabilitazioni protesiche e ortodontiche.
Questo libro vuole essere uno strumento, più semplice possibile, di comprensione delle caratteristiche osteopatiche che possono interessare la bocca ed il campo odontoiatrico.
In questo vademecum si cerca di illustrare e motivare come e perché, determinate caratteristiche che si presentano nelle forme delle nostre arcate dentarie possano non essere casuali bensì determinate da specifiche e riconoscibili caratteristiche osteopatiche.
Il testo semplice e comprensibile, i numerosi disegni e foto, insieme alle “tabelle riassuntive”, forniscono uno strumento di conoscenza e consultazione pratico per chi vuole approcciare questi concetti fornendo anche una metodica per evidenziare le asimmetrie di forma e di funzione presenti nelle arcate dentarie.
Viene anche illustrata la metodica per approntare i M.A.F.O. Modelli Analitici della Funzione Occlusale (marchio depositato) con il sistema S.O.M. Sistema Ortogonale Multifunzione (marchio e modello depositati).
Indice del libro
CAPITOLO 1: La Flesso-Estensione della base cranica.
CAPITOLO 2: Forma e sviluppo del mascellare superiore.
CAPITOLO 3: Le ossa temporali e la forma e sviluppo della mandibola.
CAPITOLO 4: L’importanza delle ossa temporali.
CAPITOLO 5: Riconoscibilità delle asimmetrie dell’arcata superiore.
CAPITOLO 6: Le asimmetrie craniche e le loro risultanti dento-facciali.
CAPITOLO 7: Le caratteristiche di Torsione.
CAPITOLO 8: Le caratteristiche di Rotazione in Flessione Laterale.
CAPITOLO 8.1 e 8.2: Le variabili delle Rotazioni in Flessione Laterale
CAPITOLO 9: Le caratteristiche di Strain
CAPITOLO 10: Le arcate dentarie.
CAPITOLO 11: Esempio metodologico di verifica delle caratteristiche craniali e occluso-funzionali.
CAPITOLO 12: I modelli diagnostico-funzionali e gli strumenti per la loro costruzione.
Prefazione
Per comprendere le strutture su cui operiamo, dobbiamo richiamare gli “schemi” di sviluppo del sistema cranio-mandibolare all’interno del quale si pongono le arcate dentarie; il nostro “campo di gioco”.
Se gioco a pallone devo sapere che misure ha il campo perché queste sono variabili, a seconda della categoria in cui gioco, tra 95 e 105 metri, quindi dovendo fare un “passaggio”, è una conoscenza necessaria per poter fare un lancio giusto.
In questo caso poi non si tratta di un gioco ma della salute e dell’equilibrio occlusale e, con gli adattamenti inevitabili, anche posturale di una persona, e quindi questa conoscenza è imprescindibile per chiunque operi nel settore.
E’ indispensabile anche fare un po’ di chiarezza sugli schemi cinetici di sviluppo osseo cranio-mandibolare soprattutto perché molta è, a mio avviso, la confusione terminologica e quindi scarsa anche la loro comprensione.
Con la consapevolezza di “sapere solo ciò che ho imparato” e che molti sono i miei maestri ai quali sono indistintamente grato, il mio obiettivo è quello di fare una sintesi il più possibile chiara ed esaustiva, nonché di dare una visualizzazione dei concetti che sono utili nel lavoro quotidiano, senza la pretesa di approfondimenti di tipo embriologico, biochimico, o altro , per i quali si demanda ad altri autori senza dubbio più competenti , nella consapevolezza di una certa complessità della materia in esame, soprattutto se la si affronta per la prima volta e in questo senso ho voluto definire questo volume “Vademecum”.
Lo stimolo che mi spinge, oltre all’insoddisfazione per la troppa confusione riscontrata in testi e conferenze, è la cocciuta e costante ricerca di una risposta sulla base del rapporto “causa- effetto” e del “perché” di alcune caratteristiche anatomiche e quindi funzionali, per cercare di dare una spiegazione ai fenomeni e ai particolari che vedo, nella certezza incrollabile che la Natura non fa nulla per niente o senza motivo.
Io stesso ho sentito il bisogno di avere uno strumento pratico e immediato da consultare, vista la complessità dei dati e delle caratteristiche che si intrecciano, ed in questo senso confido che questo lavoro raggiunga l’obiettivo.
Credo che sia indispensabile allenare l’occhio e il cervello a riconoscere le varie caratteristiche (l’occhio vede solo quello che la mente riconosce!), per non considerarle solo somaticamente fini a se stesse, ma invece come l’indicazione di una particolare,specifica e riconoscibile cinetica di sviluppo osseo.
Avere conoscenza di questi schemi permetterà anche di adeguare trattamenti ortodontici o riabilitazioni protesiche in modo coerente e davvero individualizzato per un particolare soggetto.
Ritengo che i risultati saranno minori recidive in campo ortodontico, miglior stabilità nel caso di protesi mobili e riduzione di rischi di danni iatrogeni da incoerente riabilitazione protesica fissa; in sintesi una miglior salute e benessere del paziente.